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BORGHI DA VISITARE IN CAMPANIA

Il fascino dell'Italia nascosta.
Non perdere l'occasione di visitare i suggestivi borghi della Campania con noi.
CASTELLABATE

CILENTO

Castellabate è un piccolo borgo di circa 8.000 abitanti. Il nome del borgo deriva dalle parole latine Castrum e Abatis, Castello e Abbate, in riferimento alla fondazione del borgo ad opera dell’Abate Costabile. Il centro medievale di Castellabate, con le sue piccole stradine e le case in pietra grigia, è racchiuso entro 5 porte di accesso: Porta cavalieri, Porta di mare, Porta la chiazza, porta S. Eustachio e Porta de li Bovi. Situato sul Colle dell’Angelo, il Castello è accessibile dal Belvedere di San Costabile. 

 

GASTRONOMIA: Olio extravergine di oliva (DOP), la Mozzarella di Bufala Campana DOP, il miele, il fico bianco del Cilento, le alici di menaica, fusilli con ragù di castrato, fichi al cioccolato.

 

 

 

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SANT'AGATA DEI GOTI

BENEVENTO

 

Antica cittadina con pregevoli opere d’arte, posizionata su una terrazza tufacea tra due affluenti del fiume Isclero. Il nome attuale (in epoca romana era conosciuta come Saticula), Sant’Agata dè Goti, risale al sec. VI d.C., quando i Goti, sconfitti nel 553 d.C. nella battaglia del Vesuvio, ottennero di rimanere nelle loro fortezze come sudditi dell’impero e scelsero di stabilirsi qui. La città fu presa dai Longobardi e fece parte per lungo tempo del ducato di Benevento. All'interno del tessuto urbano vi sono diverse vestigia archeologiche inserite nelle facciate delle abitazioni come delle epigrafi e dei cippi romani, nonchè importanti Chiese settecentesche.

 

GASTRONOMIA: Funghi, castagne, carne di vitello e agnello, salumi tipici, caciocavallo silano, olio, torrone e miele.

 

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TEGGIANO
SALERNO

 

Teggiano è certamente uno dei borghi che meglio ha conservato la sua antica fisionomia di roccaforte ed è con tale aspetto che si presenta a chi raggiunge il suo Centro Storico.

L'aspetto naturale di Ioppidum romano, ricordato ancora oggi dalla conservazione in pianta del Cardo e del Decumano viene rinnovato in epoca normanna e in età federiciana.

La potente famiglia Sanseverino qui costruì il Castello ed elesse la cittadina a roccaforte dove potersi rifugiare in caso di pericolo.

Lì Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e signore dello Stato di Diano, insieme a molti altri feudatari della zona, ordì la Congiura dei Baroni, una sorta di sommossa fiscale contro il re di Napoli Federico d'Aragona e conclusa nel 1487 con l'accordo fra le parti.

A quell'epoca oltre al Castello era protetta tutta la città poichè Diano era cinta da alte mura con 25 torri di guardia e quattro porte di accesso e fu ritenuta inespugnabile dopo che resistette per 3 mesi all'assedio del nuovo re di Napoli Ferdinando d'Aragona.

 

Da visitare: Chiesa - Convento di San Francesco - Castello dei Principi Sanseverino - Chiesa di Sant'Antuono - Museo delle ErbeChiesa - Convento della SS. PietàChiesa di San Martino - Museo Diocesano - Chiesa di San PietroChiesa - Convento di Sant'Agostino - Museo degli usi e delle tradizioni del Vallo di Diano - Chiesa di San Michele Arcangelo - Chiesa della SS. Annunziata - Chiesa di Sant'Andrea - Il Seggio - Cattedrale di Santa Maria Maggiore

 

 

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CASERTAVECCHIA

CASERTA

Uno dei borghi medievali meglio conservati in Italia che sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 401 metri di altezza e a 10 km di distanza in direzione nord-est da Caserta. Le origini del paese ancora oggi sono incerte, ma secondo gli scritti, risalenti all'anno 861, del monaco Benedettino Erchemperto, si parla di un primo nucleo urbano, sulle montagne denominate Casahirta (dal latino “villaggio posto in alto”).

Stradine lastricate, chiese antichissime, palazzi gentilizi, la viva presenza di antiche tradizioni, rendono la visita a Casertavecchia molto suggestiva dando la sensazione di tornare indietro nel tempo. Da visitare sono la piazza del Vescovado sulla quale si affacciano la Cattedrale di San Michele, un magnifico esempio di architettura arabo-normanna, il palazzo vescovile, il seminario e la casa canonica.

 

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ROSCIGNO VECCHIA

SALERNO

Roscigno è noto come "il paese che si muove" a causa dei danni provocati dalle numerose frane. Il centro storico di Roscigno inizia a svuotarsi intorno all'anno 1902 a causa di due ordinanze del genio civile che obbligano la popolazione al trasferimento nell'attuale ubicazione del paese, Roscigno nuova. Portali, archi, muri in pietra viva, pareti intonacate con malta e sabbia, finestre e balconcini in ferro battuto sono gli elementi essenziali dell'architettura roscignola. Le case povere, i palazzotti e le cappelle signorili, appena riconoscibili dalle rare cornici decorate, la chiesa settecentesca dalla facciata sobria e la struttura urbanistica medioevale fanno del paese un esempio unico di museo a cielo aperto.

 

 

 

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TAURASI
AVELLINO

Il più importante centro enologico della Media Valle del Calore, Taurasi, è posto su di uno sprone del versante destro che domina da notevole altezza (m.398 s.l.m.) il fondovalle, a monte del punto in cui il fiume è valicato dalla S.S. 90 delle Puglie.

Le origini della nostra città si perdono nella notte dei tempi: i numerosi ritrovamenti archeologici attestano che questo territorio era abitato già nell'Eneolitico, come testimoniano i recenti rinvenimenti di contrada San Martino.

Il nome di chiara origine osco-sabellica, fa riferimento al toro, mitico animale, condottiero della tribù dei "Taurasini" della stirpe dei Sanniti, che giunti dal Nord andarono ad occupare una vasta zona tra le odierne province di Avellino e Benevento, che da essi prese il nome di "Ager Taurasinus" ("Campi Taurasini") o forse "Cisauna" ("Cis[D]aun[i]a"), al di qua dei monti della Daunia, e portarono alla nascita della città-Stato di Taurasia.

 

Molto nota è la Fiera Enologica Taurasi che si svolge ogni anno nel mese di agosto e che vede la partecipazione di migliaia di persone.

 

 

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