Orari:
Tutti i giorni: 9.00-19.30; la biglietteria chiude un’ora prima
Riposo settimanale: mercoledi
Giorni di chiusura festiva: 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre
Ingresso:
- € 14.00 Intero (Museo e mostre in corso)
– € 6 nelle domeniche gratuite e nelle altre giornate ad ingresso gratuito
– € 8 ridotto per visitatori di età compresa tra 18 e 24 anni
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Gratuito: l’ingresso è gratuito per i cittadini dell’Unione Europea d’età inferiore ai 18 anni e per i titolari di Artecard
Indirizzo:
Via Miano, 2 - 80137 Napoli
MUSEO DI CAPODIMONTE
La Reggia di Capodimonte fu costruita per volere di Carlo III di Borbone, nelle adiacenze del Bosco in cui il re aveva deciso di creare una grande riserva di caccia. I lavori, durati quasi un secolo, iniziarono nel 1738 sotto la direzione dell’ingegnere militare Giovanni Antonio Mediano, finalizzati sin dall’inizio ad accogliere l’immensa collezione d’arte che il Re Carlo aveva ereditato dalla madre Elisabetta Farnese. Dal 1763 al 1766 l’architetto Ferdinando Fuga si occupò di seguire i lavori e furono progettati anche la Real Fabbrica di Porcellane e la Chiesa dedicata a San Gennaro. In seguito alla Rivoluzione del 1799, parte della Reggia ospitò le truppe militari e nonostante Carlo fosse riuscito a portare con sé nella fuga a Palermo i pezzi più pregiati, molte opere importanti furono danneggiate. Durante il decennio di dominazione francese con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat l’edificio divenne di tipo residenziale e le opere furono spostate nel Palazzo degli Studi, l’attuale Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Dall’Unità d’Italia fino al 1920, quando la Reggia passò al demanio di Stato, ebbe funzione più residenziale che museale, nonostante la sensibilità artistica dei Savoia che ne presero possesso, contribuì ad arricchirne la collezione.
Nel 1949 il Ministero della Pubblica Istruzione impose il ritorno alla Reggia di tutta la collezione d’arte medievale e moderna, spostata precedentemente al Palazzo degli Studi e nel 1957 nacque la Galleria Nazionale di Capodimonte. Il MuseoI nuclei principali del patrimonio artistico siti all’interno delle Gallerie Nazionali di Capodimonte sono la Collezione Farnese e borbonica, la più grande e importante raccolta d’arte dell’Italia meridionale.
Agli inizi del ‘500 il Papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese (1468-1549), fu uno dei più grandi collezionisti di oggetti d’arte e di antiquariato e quando Carlo di Borbone, suo discendente da parte di madre, divenne Re di Napoli decise di trasferire l’intera collezione nella capitale del nuovo regno. Fu il più grande spostamento d’arte di tutto il XVII secolo.
Il Museo si sviluppa su tre piani, con oltre 150 sale che ospitano dipinti ed oggetti d’arte che vanno dal XIII al XX secolo.
Primo piano:
Appartamento storico con i fastosi ambienti monumentali (la Sala della Culla, il Salone delle Feste, il Salone Camuccini), piccoli e preziosi ambienti (il Salottino di Porcellana e la Camera da letto alla pompeiana);
Galleria delle Porcellane napoletane ed europee, divise per fabbriche;
Collezione Farnesiana, straordinaria raccolta di capolavori delle scuole pittoriche italiane dal’400 al ‘600, tra cui le importanti opere di Tiziano (i ritratti della famiglia Farnese e Danae), la Crocifissione del Masaccio, Botticelli, El Greco, Bellini, Brueghel, Parmigianino, Guido Reni, Correggio e Carracci, disegni di Michelangelo e tanti altri;
Collezione Borgia, con un globo in metallo del XIII secolo, un’opera del Mantegna e dei pannelli in seta di manifattura francese;
Armeria farnesiana e borbonica - la Collezione donata da Mario De Ciccio, che aveva dedicato la sua vita al commercio di antiquariato e aveva raccolto tra Palermo e Napoli opere prestigiosissime di bronzi, porcellane, ricami, argenti e oggetti di notevole interesse archeologico.
Secondo piano:
La sala degli Arazzi, raffiguranti la Battaglia di Pavia tra Francia e Impero Germanico per il dominio sull’Italia. Databili intorno alla prima metà del ‘500 furono donati nel 1531 all’imperatore Carlo V dagli Stati Generali di Bruxellex;
Galleria napoletana, in cui attraverso le opere emerge l’importanza di Napoli nell’area mediterranea. Si alternano soggetti di carattere religioso a temi profani con spiccati riferimenti agli intrecci tra l’arte e la storia, dagli Angiò ai Borbone attraverso la successione di opere di grandi artisti come Simone Martini, Mattia Preti, Ribera, Caravaggio, Tiziano, Luca Giordano e altri;
Collezione d’Avalos, donata nel 1862 da Alfonso d’Avalos (tra cui gli arazzi della prima sala) comprende dipinti di Ribera, Pacecco, De Rosa, Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Recco e Brueghel, ricami, miniature, stampe e armi;
Arte contemporanea che anticipa con il Grande Cretto Nero di Alberto Burri, la collezione del terzo piano.
Terzo piano:
Arte contemporanea, la cui apertura vede come primo passo l’iniziativa voluta nel 1978 dal soprintendente Raffaello Causa, in collaborazione con il gallerista Lucio Amelio, di ospitare a Capodimonte una mostra antologica di Alberto Burri. Negli anni successivi il terzo piano fu dedicato per la maggior parte all’arte contemporanea ed oggi è possibile ammirare opere di Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Domenico Spinosa e la nota immagine serigrafata del Vesuvio in eruzione di Andy Warhol, realizzata dall’artista in occasione di una sua personale a Napoli nel 1985;
Sezione fotografica, aperta nel 1996 composta da circa 52 fotografie di Mimmo Jodice, in cui l’artista napoletano mette a confronto generazioni diverse di artisti;
Galleria dell’800 situata in uno spazio recuperato dai sottotetti dell’edificio, raccoglie opere volute a Napoli dai Borbone e dai Savoia più successive acquisizioni. Sono presenti opere di Michele Cammarano, Vincenzo Gemito e Domenico Morelli.